Ipertensione arteriosa

L’ipertensione arteriosa è una condizione patologica caratterizzata da elevati valori di pressione sanguigna.
Tale condizione interessa entrambi i sessi con una prevalenza di circa 30-45% nei soggetti adulti e circa 60% nei pazienti con età maggiore di 60 anni, divenendo progressivamente più comune con l’avanzare dell’età.

Valori elevati di pressione, sia ambulatoriali che a domicilio, sono correlati ad un aumento di incidenza di eventi cardiovascolari maggiori (ictus cerebrali ischemici ed emorragici, infarto del miocardio, insufficienza renale, arteriopatia periferica, fibrillazione atriale e demenza) e per questo motivo è importante diagnosticarla e trattarla tempestivamente.

Raramente è presente in maniera isolata e molto spesso è associata:
  • a condizioni metaboliche patologiche (es. dislipidemia, diabete mellito)
  • a particolari stili di vita (es. abuso di sale sodico, tabagismo, alcolismo, stress, sedentarietà)
  • a condizioni di familiarità ed obesità
Tali associazioni aumentano il rischio cardiovascolare di un individuo in maniera esponenziale. Pertanto la valutazione del paziente con ipertensione arteriosa è volta anche all’identificazione di tali condizioni ed al loro trattamento.

In accordo con le principali linee guida, lo stato di ipertensione è diagnosticato quando vengono rilevati dei valori di pressione sistolica Pmax (comunemente definita massima) ≥140 mmHg e/o di pressione diastolica Pmin (comunemente definita minima) ≥90 mmHg in più misurazioni.

In genere, sulla base dei valori pressori rilevati nelle diverse misurazioni, il profilo del paziente può essere:
  • Ottimale 110 < Pmax < 120 e 70 < Pmin < 80
  • Normale 120 < Pmax < 129 e/o 80 < Pmin < 84
  • Ai limiti superiori della norma 130 < Pmax < 139 e/o 85 < Pmin < 89
  • Ipertensione arteriosa di I Grado 140 < Pmax < 159 e/o 90 < Pmin < 99
  • Ipertensione arteriosa di II Grado 160 < Pmax < 179 e/o 100 < Pmin < 109
  • Ipertensione arteriosa di III Grado Pmax ≥180 e/o Pmin ≥110
  • Ipertensione sistolica isolata Pmax ≥140 e Pmin <90
E’ importante sottolineare che tali limiti pressori possono subire delle variazioni nell’età più avanzata.
Nella maggior parte dei casi (85-95% dei casi) non si riesce ad identificare una causa determinante ben precisa ed i valori elevati pressori sono il risultato della perdita da parte dell’organismo dei complessi sistemi regolatori della stessa.
In una minoranza dei casi (5-15% dei casi) si identifica, invece, una condizione patologica ben precisa causante.
Queste forme, definite secondarie, possono colpire anche soggetti più giovani.
I disordini più comuni nelle forme secondarie sono:
  • le sindromi delle apnee notturne
  • le patologie renali e reno-vascolari
  • le patologie endocrinologiche (aldosteronismo primario, feocromocitoma, anomalie della funzione tiroidea, sindrome di Cushing, iperparatiroidismo)
L’ipertensione arteriosa può decorrere in maniera totalmente asintomatica o dare una sintomatologia aspecifica che può essere spesso sottovalutata.
I sintomi più comuni sono:
  • cefalea
  • difficoltà visive
  • vertigini
  • angina pectoris
  • affanno
  • ridotta tolleranza allo sforzo
  • acufeni
  • tinniti
  • epistassi
ProKardia, tramite un team specializzato, offre un’assistenza finalizzata ad assicurare:
  • un corretto programma di screening di gruppi di pazienti a rischio
  • l'identificazione delle forme secondarie e il trattamento delle patologie associate
  • una corretta stratificazione del rischio cardiovascolare
  • la definizione di un percorso terapeutico, farmacologico e non, atto ad ottimizzare il profilo pressorio del paziente.


Fonte: European Heart Journal (2016) 37, 67–119



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